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Professione giornalista. Com’è cambiata rispetto al passato, cosa serve oggi.

 

Mentre le testate tradizionali perdono terreno, si afferma una nuova figura professionale sui social. Che ci “mette la faccia” e inventa nuovi format.

 

a cura di Norman Di Lieto

 

Settimana scorsa una signora, sapendo che ero un giornalista, mi chiedeva che cosa avrebbe dovuto fare con il figlio che, ostinatamente, sogna di fare il mio stesso mestiere.

Lei, la signora, sembrava quasi affranta del fatto che il ragazzo potesse avere questa “strana” inclinazione professionale.

Ho sorriso amaramente anche se so che la realtà di chi vive di giornalismo oggi non è florida per tutti, anzi. È precaria perlopiù.

Convegni organizzati dallo stesso Ordine dei Giornalisti si focalizzano sul cambiamento della professione, sui rischi dell’avvento dell’intelligenza artificiale nelle redazioni (e delle opportunità, diciamolo), su osservatori sullo stato di salute mentale dei freelance (su tutti, il sondaggio IrpiMedia e curato dalla giornalista Alice Facchini), sulle possibilità di provare a mettersi in proprio e sviluppare progetti vincenti nel campo giornalistico e divulgativo.

Recentemente, il presidente dell’Agcom – in audizione davanti alla Commissione Cultura sulla situazione attuale e le prospettive future dell’editoria – ha dichiarato che “mentre negli anni ’90 il giornale era un oggetto presente in un terzo delle famiglie, lo stesso diverrà un oggetto che tra dieci anni entrerà nell’1,5% dei nuclei familiari del Paese”.

Per questo, l’avvento di Internet e di un numero sempre crescente di testate online sta trasformando anche la figura del giornalista tradizionale, figura ormai quasi “mitologica” inserita a contratto nelle redazioni dei quotidiani cartacei (sempre presente in ogni talk politico ormai in crisi di ascolti e con le loro testate di riferimento sempre meno performanti sia nei risultati di vendita che di raccolta pubblicitaria).

Nascono così vecchie e nuove figure giornalistiche riconoscibili anche dai giovanissimi grazie all’utilizzo dei social, moderno strumento che consente – a chi è in grado di far diventare il proprio nome non solo una firma ma un volto capace di generare followers, interazioni ed hype – di (re)inventarsi professionalmente per affrontare le nuove sfide che attendono anche chi, come quel giovane ostinato ,sogna di intraprenderne la carriera.

Cosa possiamo consigliare quindi a quei giovani che sognano di diventare giornalisti?

 

La professione del giornalista sta attraversando una trasformazione profonda in Italia, come nel resto del mondo, a causa di diversi fattori legati alle nuove tecnologie, ai cambiamenti sociali e alle pressioni economiche legate alla sostenibilità sia dei media tradizionali sia di nuove forme di comunicazione giornalistica.

Non tutti i mali, però, vengono per nuocere: nell’ottica presente e futura incentrata su digitalizzazione e nascita di nuove piattaforme, i giornalisti del presente e del futuro devono adattarsi a formati più veloci, visivi e interattivi, come articoli brevi, video e podcast.

Le piattaforme come Facebook, Instagram, X (ex Twitter) e TikTok sono diventate fondamentali per raggiungere il pubblico, sfidando sé stessi e altri competitors che hanno contenuti non giornalistici e spesso poco verificati.

Come detto, con il declino dei media tradizionali e i giornali cartacei che vedono un calo costante delle vendite costringendo le redazioni a tagliare i costi o a chiudere, la sfida per chi vuole affacciarsi in questa professione è altissima.

Anche la televisione tradizionale è in difficoltà con l’aumento dello streaming e dei contenuti on-demand.

Per questi motivi, le redazioni sono sempre più piccole e i giornalisti devono spesso coprire più ruoli, dalla scrittura al montaggio video, fino alla gestione dei social.

Che fare?

  1. La sfida della qualità e della credibilità

Con la proliferazione di fake news e disinformazione che hanno eroso la fiducia del pubblico nei media, aumenta l’importanza del fact-checking e di veicolare notizie che il pubblico comprenda appieno per la propria credibilità ed autorevolezza, universalmente riconosciuta.

  1. Garantire al proprio pubblico un lavoro di qualità basato su di un’etica professionale rigorosa

I giornalisti devono distinguersi con un lavoro di qualità e un’etica professionale rigorosa, anche se spesso nelle redazioni tradizionali – come già accennato – si trovano a operare sotto pressioni di tempo e budget che rendono difficile approfondire i temi.

A maggior ragione, chi lavora in proprio deve mantenere il focus sulla qualità del lavoro e sull’etica professionale puntando sulla fidelizzazione del lettore pensando a contenuti on-demand o a newsletter a pagamento.

  1. Precariato e nuove forme di lavoro

In Italia, il giornalismo è sempre più caratterizzato da contratti atipici e freelance. Molti giovani giornalisti si trovano a lavorare in condizioni precarie, con compensi bassi e poche tutele.

Allo stesso tempo, però, stanno emergendo opportunità nel settore indipendente: newsletter, blog, e piattaforme come Substack consentono ai giornalisti di costruire un pubblico diretto, richiedendo anche competenze imprenditoriali.

  1. Nuovo ruolo del giornalista: curator e storyteller

Oltre a essere un informatore, il giornalista diventa un “curatore” di contenuti, selezionando e interpretando notizie da una moltitudine di fonti.

Cresce anche l’importanza dello storytelling, per rendere le storie più coinvolgenti e adatte ai diversi formati digitali.

  1. Presenza sui social e differenziazione dei contenuti in base alla piattaforma utilizzata: Meta, LinkedIn, TikTok e YouTube

Un giornalista oggi non può permettersi di non essere presente sui social e non saper “adattare” i propri contenuti in base al contesto di riferimento: Meta(Facebook, Instagram)e TikTok possono essere utilizzati per reel brevi, LinkedIn per contenuti sui temi legati al mondo del lavoro con lo stesso social che ha aperto da poco anche ai contenuti video; YouTube permette di puntare molto sulla fidelizzazione del proprio pubblico cercando di performare al massimo e di ottenere registrazioni al proprio canale anche con contenuti premium.

Ci sono anche nuovi social che aspettano i giornalisti: Telegram, Twitch, eccetera.

  1. Rapporto con il pubblico

I giornalisti oggi devono interagire direttamente con il pubblico, rispondere ai commenti e spiegare il proprio lavoro, instaurando un rapporto più trasparente e partecipativo.

  1. Scuole e formazione

Non ci sono percorsi precisi per chi vuole fare il giornalista ma esistono alcune scelte formative e professionali che possono facilitare l’ingresso nella professione.

Ecco una guida sui principali passi da seguire in Italia:

  • Leggere, sviluppare la curiosità e scrivere di continuo

I giornalisti devono dimostrarsi sempre curiosi sulle cose del mondo: tutto quello che accade può essere fonte di ispirazione e notiziabile. La lettura di libri di settore sulla storia dei media aiuta a comprendere l’evoluzione della professione che, con l’avvento di Internet, è letteralmente stato stravolto. Leggere i grandi scrittori e giornalisti del passato, aiuterebbe molto: Dino Buzzati e Carlo Levi su tutti per capire quanto la professione pur evolvendosi di continuo mantiene il suo ruolo valoriale: informare il proprio pubblico su una determinata notizia.

  • Percorso scolastico consigliato:

Diploma di scuola superiore

Non c’è un diploma obbligatorio per diventare giornalista, ma indirizzi come il Liceo Classico, Scientifico, o Linguistico possono aiutare a sviluppare competenze linguistiche, di scrittura e analisi. Anche gli Istituti Tecnici con indirizzi in comunicazione o tecnologie multimediali possono essere utili.

Laurea universitaria

La laurea non è formalmente necessaria per accedere alla professione, ma è altamente consigliata, soprattutto in discipline come:

  • Scienze della Comunicazione;
  • Lettere e Filosofia;
  • Scienze Politiche;
  • Sociologia;
  • Economia (utile per il giornalismo economico);
  • Giurisprudenza (per il giornalismo giudiziario);
  • Alcune università offrono corsi specifici in giornalismo o editoria, utili per acquisire una formazione mirata.

Formazione e pratica giornalistica e scuole di giornalismo riconosciute dall’Ordine dei Giornalisti

In Italia esistono scuole di giornalismo riconosciute dall’Ordine dei Giornalisti (ODG), come quelle delle università di Bologna, Milano, Urbino, e altre. Questi percorsi offrono una formazione pratica e teorica e sono spesso indispensabili per chi aspira alla carriera di giornalista professionista.

Tirocinio presso una redazione

Per iscriversi all’albo dei giornalisti pubblicisti, è necessario collaborare con una testata giornalistica (registrata presso un tribunale) per almeno due anni, dimostrando di aver pubblicato un certo numero di articoli e percepito un compenso.

Albo dei giornalisti

In Italia, esistono due categorie principali nell’albo dei giornalisti:

  • Pubblicisti: possono iscriversi collaboratori di testate che hanno maturato esperienza (e compensi) per almeno due anni.
  • Professionisti: richiedono il superamento di un esame di Stato, accessibile dopo aver frequentato una scuola di giornalismo o un praticantato di 18 mesi presso una redazione.

Competenze aggiuntive importanti

  • Lingue straniere: la conoscenza di altre lingue amplia le possibilità di carriera, specialmente nel giornalismo internazionale.
  • Competenze digitali: familiarità con i social media, SEO, strumenti di montaggio video e piattaforme online.
  • Portfolio: avere una raccolta di articoli o contenuti pubblicati dimostra esperienza e capacità.

Conclusioni

Per diventare giornalista è necessario combinare una solida formazione culturale con esperienze pratiche di scrittura e collaborazione con testate giornalistiche.
Anche se non esiste un percorso unico, l’obiettivo è acquisire le competenze e il riconoscimento necessari per entrare nell’albo dei giornalisti.

La professione del giornalista in Italia sta diventando più complessa e multidisciplinare, richiedendo una continua evoluzione delle competenze.

Il futuro del giornalismo dipenderà dalla capacità di adattarsi a queste sfide senza perdere il proprio ruolo fondamentale di garante dell’informazione libera e di qualità.

In bocca al lupo!