Ritirarsi dalla vita. Gli hikikomori sono in aumento anche in Italia.
Il termine hikikomori è di origine giapponese.
Significa letteralmente “ritirarsi”, e si riferisce a un fenomeno sociale sempre più diffuso tra i giovani. Si tratta di persone che scelgono di isolarsi dal mondo e di rifugiarsi in casa, spesso nella propria stanza, per periodi prolungati che durano mesi, se non anni.
Questo comportamento, nato in Giappone, si sta diffondendo anche in altri paesi, Italia inclusa, sollevando interrogativi su cause, conseguenze e soluzioni.
Chi sono gli hikikomori?
Gli hikikomori sono adolescenti e giovani adulti, anche se il fenomeno può interessare persone di ogni età. Sono individui sopraffatti dalla pressione sociale, dai ritmi frenetici della vita moderna e da aspettative elevate, sia personali che esterne. La paura del fallimento, il bullismo scolastico, le difficoltà relazionali e il timore di giudizi negativi sono solo alcune delle ragioni che spingono queste persone a scomparire dalla vita pubblica.
Non si tratta di una semplice timidezza o introversione: gli hikikomori vivono in un isolamento totale, rifiutano l’interazione sociale, inclusa quella con amici e familiari. Trascorrono il tempo in attività solitarie come guardare video, leggere e giocare ai videogiochi.
Cause principali
Il fenomeno hikikomori è complesso e comprende una serie di fenomeni molto diversi. Tra le principali cause ci sono:
- La pressione sociale: una società che impone sempre più standard elevati di successo scolastico, lavorativo e personale. Questa pressione per alcuni individui risulta insostenibile.
- Le relazioni: bullismo, competizione esasperata e difficoltà nel comunicare con i pari portano spesso al rifiuto delle relazioni.
- La famiglia: in alcune famiglie il fenomeno può essere amplificato da dinamiche iperprotettive o da genitori con aspettative poco realistiche. In culture come quella giapponese, il peso della collettività e del “non perdere la faccia” può essere un fattore determinante.
- La dipendenza tecnologica: Anche se non è una causa diretta, il mondo digitale fornisce agli hikikomori una via di fuga, consentendogli di isolarsi senza però uno scollegamento completo.
Le conseguenze
L’isolamento prolungato può avere effetti devastanti:
- Forme ansiose e depressive: l’isolamento cronico alimenta il senso di inutilità, di tristezza e di paura irrazionale.
- Problemi fisici: la mancanza di movimento, così come il sonno irregolare o, ancora, un’alimentazione disordinata possono compromettere la salute.
- Difficoltà di nuovo inserimento: più dura l’isolamento, più diventa difficile diventa tornare a una vita normale.
Abbiamo chiesto di mettere a fuoco la situazione a Marco Crepaldi, psicologo, presidente e fondatore dell’Associazione Nazionale Hikikomori Italia, che si occupa di isolamento sociale volontario giovanile.
Ecco cosa ci ha detto nell’intervista.
Marco Crepaldi, psicologo clinico, presidente e fondatore dell’Associazione Nazionale Hikikomori Italia.