La Stand up Comedy, nuova punta di diamante della programmazione tv.
Bo Burnham è un fuoriclasse. Uno di quei talenti che si incasella alla perfezione nel panorama contemporaneo della produzione culturale e di intrattenimento.
Qualche anno fa la stand up comedy era una roba di nicchia. Con l’esplosione dei social network, comedian e intrattenitori si sono moltiplicati diventando un fenomeno di costume.
Su YouTube i video delle performance di stand up comedy e i podcast organizzati come talk show comici sono tanti. In Italia abbiamo il caso di Luca Ravenna ed Edoardo Ferrario con Cashmere. Poi ci sono Daniele Tinti e Stefano Rapone con Tintoria.
Netflix ci sta investendo una fortuna. Da Jim Jefferies a Kevin Hart passando per Jo Koy, David LaChapelle e Anthony Jeselnik, la stand up è la punta di diamante della programmazione tv. Anche gli speciali di italiani come Saverio Raimondo, Edoardo Ferrario e Francesco De Carlo sottolineano il successo di questo genere e hanno messo in evidenza una domanda di contenuti prima invisibile.
I gusti televisivi sono cambiati, e ora si cerca lo spunto intelligente, caustico e provocatorio. Una comicità che porta la satira a un livello di critica sociale e di costume.
Bo Burnham è esploso a livello planetario con Make Happy del 2016. Si è mostrato per quello che è.
Bo Burnham e il solo show: Inside
Un giovane artista dell’entertainment dotato di un talento che rasenta la genialità. Burnham, tra monologhi surreali, canzoni assurde e continua e corrosiva presa in giro del sistema, è stato in grado di dare voce alle contraddizioni e ai tormenti di giovani generazioni condizionate dai media, dai social, dall’ansia sociale e dal successo.
In questo ultimo solo show, Inside, dopo 5 anni di interruzione da ogni tipo di performance ed esibizione a causa di attacchi di panico e depressione, Bo Burnham mette in scena uno spettacolo davvero grottesco e bellissimo.
Inside è stato scritto, girato e montato da Burnham stesso, ed è il risultato del suo ritiro in un minuscolo appartamento per circa 1 anno.
Il nome non è solo la didascalia perfetta di questo strano esercizio di isolamento, è anche una voluta chiusura in se stessi. Una chiusura creativa in cui il suo talento gioca con la follia e il disagio mentale, sempre alternando considerazioni generazionali a pura comicità, tra trovate di incredibile impatto a livello visivo e tecnologico.
Inside merita di essere visto perché le trovate di questo autore, attore e cantante sono talmente intelligenti e sofisticate da far passare il tempo velocemente e in modo gradevole. Al centro, il senso di solitudine, alienazione del giovane millennial in balia con l’affermazione artistica e la rappresentazione mediatica di se stesso.
Attenzione, detta così sembra una roba pesante, ma il suo talento è renderla comica e leggera, come quando dialoga con un essere improvvisato dal suo braccio infilato in un calzino di tennis.
Burnham va visto, anche solo per riflettere su una domanda (la stessa con cui lui apre il suo show): la comicità può guarire il mondo?