Banksy. Le nuove opere comparse ad agosto 2024 sui muri di Londra.
Nel mese di agosto, il noto street artist Banksy – la cui vera identità resta a tutt’oggi segreta – ha realizzato diverse opere sui muri di Londra, attirando ancora una volta l’attenzione dei tanti che seguono le sue gesta artistiche per scoprire i messaggi cifrati disseminati per la città.
Perché le sue immagini sono metafore “acide”, critiche corrosive al sistema politico e sociale, sono provocazioni per smuovere le acque stagnanti dei tanti problemi irrisolti dell’umanità contemporanea. Iniziando dal Regno Unito, sua terra natia, ma senza fermarsi lì.
Le nuove opere sono apparse in diverse zone di Londra e la loro autenticità è stata confermata dall’artista stesso attraverso i suoi canali social.
Banksy torna a scegliere gli animali come soggetti per i suoi murales e inizia con una capra di montagna posizionata su un piccolo spuntone di un edificio nel quartiere di Kew Bridge a Richmond. La capra sembra in bilico, con pietre che rotolano sotto le sue zampe, un’immagine che molti hanno interpretato come una metafora della precarietà dei tempi che viviamo o della crisi ambientale.
Un’altra opera significativa è apparsa a Chelsea: rappresenta due elefanti che allungano le proboscidi l’uno verso l’altro attraverso finestre murate, suggerendo un tentativo di contatto e di solidarietà nonostante le barriere fisiche.
In questo caso, le persone hanno ipotizzato anche un richiamo alla teoria dell’“elefante nella stanza” (chiamata in causa più volte dall’artista), cioè l’allegoria con cui si descrive l’indifferenza di chi non vuole accorgersi dei problemi reali, né fare nulla per intervenire e risolverli.
Nei giorni, anzi nelle notti di agosto, si materializzeranno altre opere, come le tre scimmie che si dondolano sul ponte di Brick Lane, nell’est della città, i pellicani che catturano il pesce sul muro intorno a un negozio di fish and chips, un branco di pesci sopra un gabbiotto della polizia, un rinoceronte che si arrampica su una macchina parcheggiata e altre ancora.
Del loro significato si è discusso per giorni nel Regno Unito, anche con supposizioni piuttosto audaci.
Il Guardian, però, si è confrontato con la società che si occupa di autenticare le opere di Banksy (Pest Control Office) e quest’ultima ha smentito la portata eversiva attribuita da molti alle sue incursioni estive.
È stato sottolineato che i nuovi murales servivano solo a tirare su il morale degli abitanti di Londra in un periodo duro per il paese, in cui l’omicidio di due bambini (e il tentato omicidio di altri tra minori e adulti durante un campo estivo a tema Taylor Swift ) da parte di un diciassettenne nato in Galles da genitori provenienti dal Ruanda, aveva suscitato violente proteste anti immigrazione.
Nei giorni successivi all’omicidio, una feroce campagna di disinformazione on line aveva fatto circolare la notizia che il ragazzo fosse arrivato recentemente nel paese con un barcone e che fosse già noto alle forzo dell’ordine. Tutto falso.
Quindi il Guardian dichiarerà: «La speranza di Banksy, a quanto si apprende, è che queste opere rallegrino le persone con un attimo di divertimento inaspettato, e che sottolineino delicatamente il talento umano per la creatività, invece che per la distruzione e la negatività».
Facciamo fatica a crederci. Lo street artist è noto per il suo impegno e le sue posizioni in merito all’integrazione e all’immigrazione: fra le altre cose, da cinque anni finanzia una nave che soccorre migranti nel mediterraneo.
Le sue opere possono essere ora sarcastiche, ora dure e dissacranti, ora rivoluzionarie, ma mai “delicate” e mai solo consolatorie. In tanti continuano a credere che ci sia un messaggio criptato dietro ogni scena animale apparsa sui muri della città e tutti si impegnano per decifrarli.
Voi che ne pensate?
Nel frattempo, alcune opere si sono fatte ancora più provvisorie e transitorie, se pensiamo che un lupo ululante dipinto sull’antenna parabolica di un negozio a Peckham è stato rubato (con tutta la parabola, naturalmente!) e che un gatto che si stiracchia, disegnato su un cartellone pubblicitario spoglio nel nord-ovest di Londra, è stato rimosso poche ore dopo “per motivi di sicurezza”.
Ma ormai le opere di Banksy possono esistere anche solo per un istante, si lasciano comunque dietro la scia dell’indignazione e del richiamo all’azione, al cambiamento. Un impegno del quale lo street artist si è sempre fatto portavoce e che viene raccolto dai suoi seguaci, i quali continuano a pubblicare e “rimbalzare” sui social network anche le opere che concretamente non sono più reperibili.
Un grande risultato, se si considera il valore paradossale che tante opere hanno acquisito nel tempo come oggetti tangibili, valore che perderebbero immediatamente se a quell’oggetto si sostituisse solo una riproduzione, un ricordo, una promessa.